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Il quarto ad apparire sulla scena è Dondolo, vestito di
taffettà Blue, Nero e Bronzo. Ha rivolto verso il petto uno specchio in posizione
inclinata con l’intento di mostrare direttamente al suo cuore la bellezza della
propria Signora; col pensiero scrive sul lato più in evidenza Basta che spero(22)
e si presenta a Lucia Bella. Il Sonetto si legge riflesso nello specchio:
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From shore to sea, from dales
to mountaines hie, From meddowes fayre, amid the craggie rocke, Loue doth me leade,
I know not whither I, But evermore a passage doth unlocke. Now doe I sight, now
weepe, now death I feare, In all these stormes, yet loue healme doth steare. In
desart woods I wander too and fro, Where I wilde beastes, and firie Serpents meete.
Yet safe I passe, Loue doth direct me so. In tempests rough, my barke doth alwayes
fleete, Yea, when Sun, Moone, and starres forsake the skie, Loue giues me light,
from my faire Mistresse eye. I mount heaven, I know not with what winges, I sinke
to hell, yet drowne not in distresse: Twixt Ice and flame. Loue me in safety bringes,
But to what end? in sooth I cannot gesse: Yet hap what shall, Loue giueth me this
scope, In dangers mouth, to liue alwayes in hope(23). |
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L’ultimo ad entrare è Faliero, vestito di taffetà color
Pesca, Giallo e Verde. Porta una Tartaruga Bianca con in bocca i versi di un Sonetto
tradotto testualmente da Petrarca(24):
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If on
firme fayth, one Hart uncharg’d with fraud, One langour sweete, one wish desire
doth moue: If honest Zeale, a gentle brest doth lawde, If wandering long, in the
Lab’rinth of Loue, If wan pale cheekes, are witnesses of woe, If reakin sinhs throwne
from a burning heart: If all these, and thousand sorrowes moe, Faire Mistresse,
looke but in my Meagre face, And you shall reade, that I have neede of Grace.
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Le Maschere entrano in quest’ordine e con questi devices e, dopo aver salutato Queen
Aurelia e il resto della compagnia, si collocano sui due lati della sala e, dopo
un giro di ballo con le rispettive dame, escono di scena nello stesso ordine in
cui erano entrati.
Tutti lasciano la Sala, perchè il giorno sta per finire e
The starres seems to shoote the skie, Towards the breake
of day (G3 v). |
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Note:
22 In Italiano
nel testo.
23 Esplicito riferimento al tema di questo Sonetto si trova nella
Canzone CXXIX, durante la vita di Laura, Di pensier in pensier di monte in monte
di Petrarca; la cui I strofa recita:
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Di pensier in pensier, di monte in monte
mi guida Amore; ch’ogni segnato calle
provo contrario a la tranquilla vita.
Se ‘n solitaria piaggia, rivo o fonte,
se ‘n fra duo poggi
siede ombrosa valle,
ivi s’acqueta l’alma sbigottita;
e, come Amor l’envita,
or ride or piange, or teme or s’assecura:
e ‘l volto, che lei segue ov’ella il mena,
si turba e rasserena
et in un esser picciol tempo dura;
onde a la vista uom di
tal vita esperto
diria: Questo arde, e di suo stato è incerto.
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24 È Il Sonetto CLXXXVIII
durante la vita di Laura S’una fede amorosa, un cor non finto, che recita: |
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S’una fede amorosa, un cor non
finto,
un languir dolce, un desiar cortese;
s’oneste voglie in gentil foco accese,
un lungo error in cieco laberinto;
se ne la fronte ogni penser dipinto,
od in voci interrotte a pena intese,
or da paura, or da vergogna offese;
s’un pallor di viola e d’amor tinto;
s’aver altrui più caro che se stesso;
se sospirare e lagrimar mal sempre, pascendosi di duol d’ira e d’affanno;
s’arder da lunge et agghiacciar da presso, son le cagion ch’amando i’ mi distembre,
vostro, donna, ‘l peccato, e mio fia ‘l danno.
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