G r a z i a N a p o l i
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Quella che Cassandra riceve, però, non è la vera testa di Andrugio. Questi, infatti,
è riuscito a commuovere anche il boia, che lo salva e manda alla sorella la testa
di un altro giovane decapitato, che gli assomiglia(32).
Cassandra, addolorata e offesa per questo nuovo oltraggio medita
vendetta, ma, non avendo, da sola, poteri e mezzi, va dal re Corvino decisa a raccontargli
tutto. Il re promette di intervenire e, dopo qualche tempo, giunge personalmente
a Iulio, procedendo contro Promos e tutti quelli come lui “for well he knew
that Birdes of a feather would flie together” (N r).
Cassandra, pur vergognandosene, accusa Promos pubblicamente
e il popolo chiede giustizia. Inutili si rivelano le accuse di Promos e i suoi tentativi
di riparare
al torto commesso: il re lo condanna alla stessa pena di Andrugio, ma non prima che abbia sposato Cassandra. Una volta divenuta sua moglie, la donna cerca
ancora di intercedere, questa volta presso il re e a favore del marito:
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...swéete Cassandra, who (simply) by vertue overcame the
spight of Fortune: in this mariage was charged wyth a new assault of sorrow, and
preferring the dutie of a wife, before the naturall zeale of a Sister, where she
before prosecuted the revenge of her brothers death, she now was an humble suter
to the King for her Husbands life (N v)(33) |
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Corvino, però, non potendo inimicarsi
il popolo, che ne aveva chiesto la condanna, è irremovibile(34). L’eco dell’imminente
esecuzione di Promos giunge, per bocca di un clown, fino ad Andrugio, che vive da
fuorilegge, vagando in una foresta. A questa notizia torna in città travestito da
eremita, per assistere all’esecuzione. Constatato il dolore della sorella, svanisce
tutto l’odio che prova per Promos e lo considera quasi un amico. Così, facendosi
riconoscere, racconta al re le sue avventure e chiede pubblicamente la grazia. Il
re perdona Promos; è felice per Cassandra e concede il perdono anche ad Andrugio,
a condizione, però, che sposi Polina.
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Thus, from betwéene the teeth of danger, every partie
was preserved, and in the end established in their harts desire (N2 v)
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Note:
32 Questa parte non c’è in Cinthio, nella cui
novella Vico viene ucciso davvero.
33 Cinthio, op. cit., pag. 2107:
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“...Epitia, che così ardente era
stata contra lui, udita la sentenza dell’imperatore, dalla sua naturale benignità
giudicò che non fosse cosa degna di lei, che dapoi che l’imperatore avea voluto
che Iuriste suo marito fosse, ed ella per tale l’avea accettato, consentisse che
gli fosse per sua cagione data morte: parendolo che ciò le potesse esser più tosto
attribuito ad appetito di vendetta, ed a crudeltà, che a desiderio di giustizia.
Per la qual cosa, piegando tutto il pensiero alla salute del cattivello, se n’andò
all’Imperatore; ed avuta licenza di parlare, così disse: Sacratissimo Imperatore,
la ingiustizia e la ingratitudine, che usata m’aveva Iuriste, me indussero a chiedere
giustizia contra lui da vostra Maestà... Ma, come prima che sua moglie fussi, devea
desiderare che vostra maestà a quella morte il condannasse, alla quale ella giustissimamente
condannato l’ha, così ora, poi che a lei piaciuto è che con santo vincolo del matrimonio
io sia ad Iuriste legata, mi terrei, se alla sua morte consentissi, meritar nome
di spietata e crudel donna, con perpetua infamia; il che sarebbe effetto contrario
alla intenzione di vostra maestà, la quale colla sua giustizia ha cercato l’onor
mio. Però, sacratissimo impera- tore, acciocché la buona intenzione di vostra maestà
il suo fine conseguisca, e l’onore mio senza macchia se ne rimanga, pregovi umilissimamente
e con ogni riverenza, a non volere che per la sentenza di vostra maestà, la spada
della giustizia sciolga miseramente quel nodo, col quale ha piaciuto a lei con Iuriste
legarmi”. |
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34 Nella fonte l’imperatore concede la grazia
a Iuriste. Tutta la storia è pervasa da un forte moralismo. In particolare, l’insistenza
di Isabella sull’innocenza di Cassandra e il dilungarsi sui suoi dubbi prima di
cedere a Promos, testimoniano la volontà del narratore di voler dimostrare come
l’atto di Cassandra non sia volontario, ma frutto di una costrizione esterna. |
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