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   Il viaggio in Italia rappresentò, per Whetstone, non solo l’opportunità di conoscerne luoghi, bellezze e monumenti, ma anche il mezzo per avvicinarsi alla produzione letteraria italiana, in parte ancora sconosciuta in Inghilterra, e di comprendere ed assimilare le basi della cultura classica e umanistica, che profuse, poi, ampiamente, nelle sue opere.

Le Fonti Italiane
   Whetstone utilizzò molte fonti italiane, che conosceva senz’altro direttamente o in traduzione, anche se nella sua opera non le cita mai testualmente e, solo raramente, pone in margine una nota, che rimanda alla fonte originaria. In un’opera così densa di motivi, non sempre è facile individuare con precisione la fonte immediata, anche perché molti temi sono ripresi dalla mitologia, dalla cultura classica o da storie narrate da più autori, o addirittura, tramandate oralmente, riadattate, poi, da Whetstone in uno stile proprio. Leggendo i libri degli altri autori ne faceva, evidentemente, propri gli argomenti, al punto che, capitava, che confondesse i personaggi e le situazioni delle novelle o degli esempi interni alla cornice; che scambiasse Aristotele con Platone o riportasse intere frasi senza citarne la provenienza: segno di una totale rielaborazione della materia.
   Tra gli autori italiani il cui influsso è molto chiaro sull’opera di Whetstone ci sono senz’altro Castiglione e Bembo, da cui trasse spunto per la struttura e i temi; per i versi tenne presente la poesia di Petrarca e, per la narrativa in prosa, la novellistica di Boccaccio, Bandello e Giraldi Cinthio. Delle novelle boccacciane scelse quelle dal tema religioso, dando una rappresentazione negativa del clero cattolico(
39). Questo divenne uno degli argomenti preferiti da tutti gli autori protestanti e anticattolici, che consideravano la Chiesa e il papato un ricettacolo di avidità e blasfemia(40).
   Whetstone incluse nelle sue opere adattamenti di novelle di Bandello. Tra le più famose: Rinaldo e Gilletta in The Rocke of Regarde (1576):

...Whetstone had been interested in this story especially because of the opportunity it offered of writing two antithetical “love-passion” akin to those which Belleforest had grafted upon Bandello’s narrative, and which had been translated into English, if not by Fenton, at least by Painter. But he may have yielded to a genuine moral purpose...in this third part...(41)

 Dall’English Myrror (1586) Pruvost riporta la seguente citazione da Bandello, III, 19:

   The Emperor Tyberius put the Priests of the Idoll Ambis to the sworde, because they were the instrument for the wanton knight Mundus to commit adultery (but their deceipt) with the caste Romaine Ladie Pauline.


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Note:

 

39 Aurelia, IV Day, Nov. 3.
40 Boccaccio, pur essendo cattolico, diede sempre una rappresentazione vera della vita religiosa a lui contemporanea: non peccò mai di ipocrisia, rivelando le trasgressioni e gli errori del clero, sempre con un sorriso ironico, che rendesse piacevole la lettura e producesse un atteggiamento critico, il cui risultato si è, poi, rivelato senz’altro più efficace della sentenziosità di Dante sull’argomento.
41 R. Pruvost, op. cit., chap. I, par. 5, pag. 73


 

 
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