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La Primavera del Musei
di Grazia Napoli



L’idea che un Museo sia qualcosa di polveroso e statico è quanto di più lontano ci possa essere dalla realtà. Un Museo – forse ancor più di un Teatro – è un luogo che esiste, se esiste un visitatore curioso, colto, interessato. Un Museo non è un deposito o una mostra di reperti, di vecchi oggetti o quadri belli, famosi e irraggiungibili. Un Museo è piuttosto un custode di memorie, di storie, di vite lontane, che sono – inevitabilmente - la nostra memoria, la nostra storia, la nostra vita, che qui rifioriscono, come a Primavera.


Francesco Ferrulli - Domani è primavera - acrilico su tela


Luoghi in cui sono custodite e in mostra le primavere dell’umanità.

I Musei in Italia – e nel mondo – sono rimasti a lungo chiusi, causa pandemia. Salvo timide riaperture in sicurezza, con limitazioni e prenotazioni obbligatorie, nelle zone gialle, nei giorni infrasettimanali. La primavera del Museo in questo senso è ancora lontana. Ma le primavere della tenacia, del lavoro, delle idee, della Cultura che non si ferma, facendo di continuo rifiorire il nostro patrimonio, quelle primavere, sono rimaste tra noi, anche se in modi e tempi diversi da quelli usuali.

I Sovrintendenti e i Direttori di Museo hanno fatto sentire la propria “voce” senza interruzione. Con attività collaterali continue, come i Laboratori di Restauro e di Formazione o il lavoro di Catalogazione, che - in alcuni casi - ha permesso di tirare fuori dai magazzini opere temporaneamente accantonate. Sul sito del Ministero per i Beni Culturali - www.beniculturali.it - brevi filmati documentano, in pillole, alcune di queste attività. Un modo intelligente e sintetico per mantenere vivi interesse e curiosità.

La chiusura fisica delle strutture non ha fermato la possibilità di “vedere”, “visitare”, “conoscere”, “capire”. Una grande parte è stata fatta anche dalla Rai. Trasmissioni ad hoc delle reti dedicate come Rai5, ma soprattutto della neonata “Rai Documentari”. Mi piace citare la visita a quell’ineguagliabile “Museo Archeologico a cielo aperto” che è Pompei e la ricostruzione delle ultime scoperte. Ma abbiamo visto anche dei Musei Nazionali diventati set di un Made in Italy solo apparentemente più frivolo: le sfilate di moda dei grandi Stilisti.


Primavera - affresco - Museo Nazionale di Napoli


Ma i Musei stanno utilizzando molto anche la Comunicazione fai da te. Quasi tutti, grandi o piccoli che siano, nel mondo, hanno aperto le proprie porte virtualmente. Basta andare su Google Arts & Culture, per accedere a oltre 500 collezioni mondiali: dal MoMA di New York, al British Museum e alla National Gallery di Londra, dal Van Gogh Museum ad Amsterdam, al Musée d’Orsay di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi a Firenze, ai Musei Capitolini a Roma. Con un semplice click si può’ entrare gratuitamente nelle sale.

Organizzatissimi anche alcuni singoli Siti Web. È il caso dei Musei Vaticani e della Cappella Sistina; del Museo Egizio di Torino; delle Scuderie del Quirinale a Roma; della Casa di Raffaello a Urbino; del Museo Enzo Ferrari a Modena. Oltre ai siti delle Reti Museali delle singole regioni. Un elenco assolutamente incompleto.

Spaziando nel web su e giù per lo “Stivale”, si comprende che la Cultura rimane in movimento. A qualsiasi costo. Far rinascere di continuo attività che sono anche “lavoro”, promozione, turismo oltre che studio, ricerca, dedizione non è cosa facile. Il Web aiuta, ma non è tutto. L’online rende un servizio, ma nasconde un sentimento di sospensione. In attesa di poter tornare “in presenza” in quelle Sale, ricostruite in grafica. Seppure molto fedelmente.

È comunque è un segno di “resistenza” prima della vera “Primavera dei Musei”.  


- questo articolo è stato pubblicato sul numero 95 della rivista culturale online www.goccedautore.it

  
  
  

 
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