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La villa dell'Imperatrice
di Grazia Napoli



Figura 1 - l'Imperatrice Bruttia Crispina


        Non sappiamo se l'Imperatrice Bruttia Crispina, abbia mai vissuto in Lucania, almeno finché sposò giovanissima, nel 177 dopo Cristo, l'imperatore Commodo - figlio di Marco Aurelio. Una vita infelice la sua. Nel 192 Crispina fu accusata di adulterio ed esiliata a Capri; nel 192 Commodo fu assassinato, e la stessa sorte toccò a Crispina, l'anno successivo. L’imperatrice fu colpita da damnatio memoriae, condanna, che consisteva nell'eliminazione di tutte le memorie e i ricordi destinati ai posteri. Una pena esemplare, impartita ai nemici di Roma e del Senato.
        Ora sappiamo, però, che suo padre - il Console e Senatore Romano Lucio Fulvio Gaio dei Brutti Praesentes - famiglia di origine lucana - aveva nella sua terra importanti possedimenti. Una villa nell'alta Val d'Agri apparteneva proprio a lui. Lo confermano alcuni reperti rinvenuti dagli archeologi della Sovrintendenza ai Beni Culturali della Basilicata. In particolare, un bollo in terracotta su tegola, su cui sono incise, in lettere latine le parole “Brutti Praesentes”. Il passaggio della proprietà dai Brutti Praesentes alla famiglia imperiale è testimoniato da un sigillo in bronzo, su cui si legge “Moderati Augusti nostro”: “Moderatus del nostro Augusto”, dove Moderatus sta per “amministratore della proprietà”.


Figura 2 - La villa romana in alta Val d'Agri appartenuta alla famiglia dell'Imperatrice Crispina


        La villa è venuta alla luce nel corso dei lavori dell'Eni, per le estrazioni petrolifere. Si stavano interrando dei tubi, per trasferire il greggio al centro oli di Viggiano. La scoperta ha bloccato le opere dell'Eni, che ha messo il sito in sicurezza e consentito la prosecuzione degli scavi. I lavori successivi dovranno essere eseguiti con trivellazioni in orizzontale, per interrare i tubi al di sotto dello strato più profondo dei reperti.
        Finora, è venuta alla luce solo un terzo della villa, che si estende verso est e verso ovest. Era una proprietà enorme, in grado – oggi – di fornire nuove informazioni storiche sulla trasformazione del territorio, nel momento del passaggio dalla piccola e media proprietà terriera al latifondo, sulla linea della Via Erculea, che congiungeva Venusia a Grumentum, e che passa a soli 500 metri dalla villa.
        Era abitata da una famiglia senz’altro agiata. Lo testimoniano il ritrovamento di spille, anelli, fibule, specchi, ma anche i resti di rivestimenti in marmo greco, sui muri costruiti “alla romana“. Il corridoio d’accesso era pavimentato in coccio pesto ed era fiancheggiato da ambienti simmetrici, che immettevano su un ampio peristilio. L’ingresso era monumentalizzato, con semi colonne. Una è ancora visibile.
        La villa si compone anche di una “pars rustica”. Per ora, quella maggiormente visibile. Intorno ad un cortile centrale, si aprono le stalle per l’allevamento degli animali e vani di servizio. All’allevamento erano connesse le attività di cardatura e filatura della lana. Lo attesta il ritrovamento di utensili da lavoro, come aghi da lana, cardi in bronzo, fuseruole in osso lavorato. I vani di servizio erano destinati alle attività agricole. Si produceva sicuramente olio, che veniva fatto confluire in apposite canalette, dopo aver attraversato un pozzetto.
        La villa fu quasi certamente distrutta da un terremoto, di cui, finora, i geologi non avevano notizia, in alta Val d’Agri. Lo attesterebbe il ritrovamento dello scheletro di un uomo di 30-35 anni, la cui posizione fa pensare che sia morto sotto un crollo. Il muro della stanza accanto a quella in cui è stato trovato lo scheletro mostra un’evidente inclinazione verso la parte a monte, non verso l’interno. La villa potrebbe anche essere crollata in seguito ad un’alluvione o una frana, ma i geologi dell’Università della Basilicata, che conducono le ricerche per conto della Sovrintendenza, propendono per un terremoto, che si sarebbe verificato tra la fine del I e gli inizi del II secolo dopo Cristo.
        Le verifiche sono in corso. La ricerca è in pieno fermento. La collaborazione con Eni prosegue. La parte urbana della villa - in cui forse visse la futura Imperatrice Crispina - è ancora sommersa.
        Ma più di un mistero si sta svelando....


Figura 3 - l'imperatore Commodo

  
  
  

 
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