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L’amica geniale – di Elena Ferrante
di Grazia Napoli
“La dedica è nel titolo”. Cosi ha scritto sul frontespizio del libro il mio amico e collega Angelo Oliveto, quando me lo ha regalato, qualche Natale fa. Ho cominciato a leggerlo più volte, ma l’ho sempre lasciato lì. Non mi coinvolgeva. Non mi intrigava. Mi sembrava troppo particolareggiato nelle descrizioni di una Napoli lontana da quella che io conoscevo e di un’amicizia infantile prima, adolescenziale poi, che mi sembrava stucchevole.
Poi, finalmente, l’ho letto. Sono andata avanti e l’ho trovato “avvolgente e avvincente”. Di quelle letture che ti inchiodano alle pagine. Anche dopo l’ennesimo turno di notte in Rai.
Una scrittura semplice, essenziale, concreta, che ti fa “vedere” il rione, il palazzo, la gente, le facce, le abitudini di una Napoli verace, fatta di povertà, prepotenza, sottomissione, ma anche di furbizia e intelligenza.
Lilia, l’amica geniale è davvero una ragazzina ”geniale”. Capace di studiare da sola, di comprendere il mondo, di capire al volo cosa la circonda in un ambiente duro, in cui sembra impossibile e "non concesso" essere bambini e ragazzi. Una ragazza curiosa, creativa, combattiva, forte, “avanti”, potrei dire. Una figura troppo moderna per gli anni ’50 dell’Italia e della Napoli del secondo dopo-guerra. Linù, la voce narrante, è una ragazza ambiziosa, studiosa, brava a scuola, ma meno spregiudicata e intraprendente della sua amica, che vuole imitare, che invidia, e che ama svisceratamente.
Sullo sfondo c’è Napoli con il suo mare che dal quartiere sembra irraggiungibile; c’è la camorra; c’è il duro lavoro quotidiano della gente normale: artigiani, commercianti, uscieri; ci sono uomini falsi e bugiardi, che vivono nell’ ipocrisia delle apparenze. Ci sono donne che nascondono al mondo le violenze, fisiche e psicologiche, tra le pareti di case-prigioni.
In primo piano c’è – vera protagonista - una straordinaria amicizia tra due bambine, poi adolescenti. Un legame profondo, viscerale, di quelli che si possono costruire solo nell’ infanzia e nell’ adolescenza, aiutato dalla diversità dei caratteri e dei sogni di ciascuna, destinato a non svanire mai. Neanche quando ci si allontana, perché non ci si perde. Mai.
Ognuna di noi ha avuto un’amicizia cosi, spero. Pur su sfondi e in situazioni diverse. Il finale lascia sospesi. Perché il racconto non finisce in queste pagine. Continua in due successivi libri. Se nessuno me li regala, li comprerò!
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