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Medicina e Telematica
di Grazia Napoli
Telemedicina e informatizzazione dei sistemi di prenotazione, archiviazione, selezione dei pazienti e delle patologie. Collegamenti in rete sul territorio, tra strutture pubbliche, tra medici ospedalieri e di medicina generale, tra medico e paziente. Quasi una “piramide” telematica, che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie, può collegare soggetti organizzati o singoli, può aiutare a trasmettere dati clinici o amministrativi, con tempestività e precisione, stabilendo, tra le strutture, con i fornitori, con i pazienti un livello di efficienza e precisione, che aiuta anche a migliorare e velocizzare i servizi, a dare qualità alle prestazioni, ad aprire un dialogo costante e a distanza, ma in tempo reale, tra medici e pazienti. Servizi di informazione al pubblico e di telesanità possono, ad esempio, garantire la copertura di aree isolate che, in questo modo, possono avvalersi ugualmente delle competenze specialistiche dei centri d’eccellenza. Una “rivoluzione” che, in parte, è stata avviata, ma che necessita di organizzazione e specializzazione, per poter utilizzare le reti informatiche già esistenti a costi accessibili ai bilanci delle strutture pubbliche italiane. E’ palese, che in una “sanità integrata”, capace di coinvolgerne tutti i livelli, il funzionamento delle singole strutture dipende anche dalla loro capacità di scambiarsi informazioni. Traccia di un modello del genere si trova nel Libro Bianco del Governo Blair, in Gran Bretagna, che prevede un collegamento in rete di tutti i nodi sanitari britannici, attraverso Internet e attraverso una rete telematica dedicata. I medici di base collegati agli ospedali, con i servizi specialistici e con le farmacie, per le prescrizioni le prenotazioni e l’accesso ai dati sanitari degli assistiti. Un numero a disposzione per i cittadini, per consigli sanitari e assistenza. L’Italia non è l’Inghilterra e l’introduzione radicale di sistemi del genere solleverebbe, sicuramente, questioni di carattere etico, oltre che normativo. Si snaturerebbe completamente il rapporto diretto, medico paziente, che presuppone un rapporto professionale, ma anche umano, di amicizia, di fiducia. E’ pur vero, però, che, in altri termini, si tratta di un grande progresso. Di una comunicazione indiretta, ma veloce, presente comunque. Con questo non si vuole dire, certo, che l’uomo non c’entri. L’uomo è e deve rimanere il motore di tutto, ma deve accettare di “convertirsi”, di specializzarsi, di “riciclarsi”, utilizzando metodi e macchine, che consentano una più sofisticata comunicazione. Un punto Internet è presente ormai dovunque, negli uffici e nelle case. Certo, va utilizzato per quel che serve, per documentarsi, per essere aggiornati, per comunicare. Dev’essere “uno” strumento, non “lo” strumento. Insomma, se il Servizio Sanitario imbocca definitivamente “l’autostrada telematica” è indubbio che alcune prassi cambieranno, ma è anche vero che potranno essere svolte in maniera diversa aggregando nuovi circuiti professionali, non limitati dalla presenza fisica e dalla distanza geografica. Bisogna saperlo fare con intelligenza, perché non tutto si risolva nel monitor di un computer, ma perché su quel monitor si trovino le soluzioni da utilizzare, non di cui diventare schiavi.
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