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Salute e Mass Media
di Grazia Napoli
Comunicare per collaborare, per arrivare al cittadino, per mettere a punto un programma di prevenzione utile, efficace, moderno. Mass media e Salute. In Italia, è un binomio poco ricorrente. Eppure, è dimostrato che, negli Stati Uniti e in Paesi del Nord Europa, campagne di comunicazione sulla prevenzione di determinate malattie hanno ridotto di molto la mortalità e aiutato il paziente a comprendere quando e come richiedere l'intervento del medico o della struttura sanitaria. Ma come si comunica in sanità? E' meglio organizzare una campagna pubblicitaria o inserirsi in trasmissioni di informazione? E quanto costa? Domande che nel nostro Paese hanno pochissimi riscontri. Le uniche campagne sperimentate, infatti, sono quelle sull'AIDS, realizzate dal Ministero della Sanità qualche anno fa (seguito a ruota da privati con testimonial d'eccezione), una sporadica campagna di sensibilizzazione contro il fumo, e una Pubblicità Progresso per combattere la depressione e l'asma. Ma sui sintomi, sulle prime avvisaglie di un malessere: niente. Può sembrare semplicistico, ma anche questa è comunicazione. Utilizzare i media: tv, radio, giornali. Distribuire volantini o opuscoli in luoghi molto frequentati: negli autobus, nei bar, per le strade. Sensibilizzare la stampa locale. Veicolare messaggi chiari, diretti, non minacciosi, che abbiano sempre un margine di positività, che prospettino una soluzione. Messaggi capaci di arrivare a tutti. Questa è comunicazione utile. Certo, una stampa meno sensazionalista e meno ansiogena aiuterebbe di più, ma anche questo è un traguardo non lontano. Proliferano inserti e rubriche sull'argomento salute, si moltiplicano le trasmissioni, che hanno una struttura d' intrattenimento, ma si avvalgono di supporti scientifici e trattano i temi della salute con semplicità e delicatezza. E' un modo di comunicare. Come è un modo si comunicare la pubblicità diretta, lo spot, la cartellonistica, il messaggio televisivo o radiofonico, il messaggio multimediale, anche se, quest'ultimo, più elitario. Esistono leggi che aiutano il finanziamento della comunicazione utile. Esistono strutture competenti, capaci di far viaggiare con il mezzo giusto e con il linguaggio adeguato le informazioni. E' compito delle istituzioni, dalle Asl, delle Regioni, delle associazioni mediche e di volontariato attivarsi per promuovere campagne organizzate con competenza medica, scientifica e comunicativa. La comunicazione può contribuire a creare una "coscienza sanitaria". Studiare l'incidenza di una malattia su un determinato territorio, partire, cioè, dall'epidemiologia, per, poi, comunicare come riconoscere, come prevenire, come combattere quella malattia è "comunicazione utile". Ma è necessaria la collaborazione: tra istituzioni, uomini della comunicazione, giornalisti, volontari, medici e potenziali pazienti. Una collaborazione che abbia un unico obiettivo: informare senza protagonismi, per arrivare al cittadino, per aiutarlo a vivere e a vivere meglio.
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