Ciao Mario grande maestro di vita
di Grazia Napoli
Poco più di un mese fa Mario Trufelli ci ha lasciato. Aveva 95 anni e una storia strettamente intrecciata a quella della terra che ha raccontato con amore, dedizione, passione, professionalità, competenza. Lo ha fatto attraverso un mezzo tutto nuovo, quella Tv di cui è stato l’inventore in Basilicata.
In questo mese sono scorsi fiumi di parole per ricordare l’uomo, il professionista, il poeta.
Con Mario alla presentazione del suo ultimo libro di poesie
Io voglio ricordare l’amico. Perché anche se Mario è stato mio Caporedattore e mio Presidente dell’Ordine, per me era un amico fidato. Mi voleva bene. I suoi insegnamenti sono perle nel mio percorso professionale. Le sue sfuriate in redazione, un tenero ricordo. La sua fiducia, una grande iniezione di autostima.
Non dimenticherò mai la presentazione che fece di me a Sergio Zavoli una sera di tantissimi anni fa a Maratea. “Hanno mandato ad intervistarti la migliore!”. Volevo morire di vergogna. Ma sapevo che lo faceva per incoraggiarmi, io appena assunta in Rai, davanti a due giganti del giornalismo e della TV. Ed era in prima fila, anni dopo, alla presentazione del mio libro, con orgoglio e commozione. Una presenza per me importante e incoraggiante. Un riconoscimento che andava al di là del comune lavoro.
Mi voleva bene. Diceva che avevo una voce calda, televisiva. Ammirava il mio modo di condurre. Mi dava consigli seri e misurati. Sempre con un sorriso paterno. Per me importante. “Su tutto si può fare un servizio decente”, diceva “Basta raccontare con l’anima. Servizi senz’anima non arrivano a nessuno”. Ho cercato di metterci l’anima nel pezzo che feci sul suo ultimo libro di poesie. Aveva già 90 anni e ancora lo spirito e la forza di pubblicare vecchi e nuovi versi. E di declamarli anche. Con quella voce inconfondibile che con i suoi versi erano tutt’uno. Non era un attore, ma la sua “Lucania”, la poesia simbolo di Mario Trufelli, poteva leggerla solo lui. Nessun altro. Solo con la sua voce da davvero i brividi.
Caro Mario, ci hai lasciato una grande eredità. Umana soprattutto
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