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Rai - un contratto di servizio che rispetta la donna
di Grazia Napoli
La qualità dell’informazione e della rappresentazione mediatica della realtà è strettamente connessa alla veridicità della notizia, ma anche all’equilibrio e alla rispettosa rappresentazione dei ruoli pubblici e privati delle persone, e delle donne in particolare. La Rai questo lo ha capito, lo ha recepito, lo ha introdotto, con un articolato specifico, nel nuovo contratto di servizio, sottoscritto il 6 aprile 2011 al Ministero dello Sviluppo Economico, in vigore fino a tutto il 2012. Il Contratto contiene nuove norme a tutela delle Donne in Tv e assume dodici nuovi impegni in tema di immagine femminile, per un maggiore rispetto della dignità umana, culturale e professionale delle donne. Un grande impegno per la tv pubblica italiana, che si propone di recuperare i propri modelli di riferimento, superando il confronto continuo e non sempre proficuo e positivo con la tv commerciale; proponendosi una svolta nella programmazione e dimostrandosi capace di attrarre pubblico, senza dover per forza oltraggiare la dignità delle donne, con una rappresentazione esteriore, offensiva, stereotipata e lontana dalla realtà di milioni di donne italiane. Insomma, si deve riconoscere nella donna di cui parla la Rai la vera donna italiana, quella che dà un grande contributo alla società, alla famiglia, alla cultura. E ora si spera anche alla tv. L’articolato impegna la Rai a “valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del femminile…promuovendo - tra l'altro - seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile…”. Si vuole, insomma, inaugurare un nuovo corso nell'impiego della figura femminile, assicurandone una rappresentazione moderna, ma nel pieno rispetto della dignità culturale e professionale delle donne, anche per contribuire a rimuovere gli ostacoli che, di fatto, limitano le pari opportunità”. L’aver ottenuto l’introduzione di queste norme nel contratto rai è non solo una conquista della campagna Donne e Media, lanciata nel novembre 2009, ma una vittoria di tutte le donne. Giornaliste e non, che, ora, si stanno battendo, perché un articolato del genere sia recepito e fatto proprio anche da altre aziende editoriali.
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