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A Londra con Virginia
di Grazia Napoli

Una mappatura di Londra reale, sentimentale, emozionale, storica, letteraria.

È quella che traccia Virginia Woolf nei suoi scritti, di cui la sua città è protagonista a pieno titolo. Basti pensare alla passeggiata mattutina di Clarissa in “Mrs Dalloway”: i palazzi, i Kensington Gardens, i negozi di Bond Street, le panchine di Hyde Park, i Cabs – i tipici taxi neri londinesi – non sono solo scenario. Sono “personaggi” che accompagnano il flusso di coscienza di Clarissa fatto di pensieri, sensazioni, percezioni, sentimenti, memorie.




Ecco allora che dalle lettere, ai diari, ai saggi; dagli articoli per le riviste – prime vere prove letterarie – ai racconti e ai “novels”, Londra c’è: in una descrizione, in un ricordo, in un luogo simbolo della formazione e ascesa della scrittrice che rivoluzionò il punto di vista della narrazione e del romanzo del primo ‘900.

Quell’ideale “diario londinese”, con gli scritti originali, è raccolto in un libro curato e tradotto da Mario Fortunato per Bompiani, edito nel 2017. Un viaggio che è una vera mappa geografica e sentimentale della Londra Woolfiana. Un itinerario che parte da uno scritto del 1927, “Per le strade di Londra” pubblicato dalla rivista “The Yale Review”. La scrittrice, con la scusa di dover comprare una matita, immagina di attraversare il centro Ottocentesco della città, e la vive e descrive nella sua conformazione, già di moderna metropoli.

Nei testi giovanili qui pubblicati si incontrano anche le case dei Vips della Londra dell’epoca, quelli che la giovane Virginia vedeva nella sua casa, al numero 22 di Hyde Park Gate, durante i cenacoli letterari organizzati da suo padre Leslie Stephen, critico e intellettuale molto apprezzato.

Cuore del libro è sicuramente “Vecchio Bloomsbury”, saggio del 1922 letto per la prima volta al “Momoir Club”. La Woolf ricostruisce – sul filo della memoria – come il Gruppo di amici di letterati e artisti della sua cerchia – tra cui la sorella Vanessa e il futuro marito Leonard Woolf – scoprì il vecchio Rione londinese e ne fece il proprio quartier generale. È qui che lo scritto si sofferma non solo su un luogo fisico, ma su un luogo dell’anima, della costruzione di una storia letteraria, tipografica, di movimento di idee e anche privata. La storia del “Gruppo di Bloomsbury”!

Ogni capitolo è corredato da una vecchia mappa di Londra, che localizza il posto di cui si sta parlando. Nell’edizione dei pezzi, che Mario Fortunato ha voluto riportare in maniera cronologica, la Woolf ci porta idealmente in giro, mostrandoci la città cosi come era e come cambia man mano che il racconto si compone e va avanti. Ed ecco la descrizione dei Tribunali Civili, delle Abbazie e delle Cattedrali, di un moderno Saloon che imita i Caffè parigini, di Wembley e dei Docks, i quartieri operai della città industriale; ma anche la Camera dei Comuni e la folla in Oxford Street, fino alla Londra vista e descritta dall’alto, in un ideale e agognato primo volo in aereo.

Scritti per lo più giovanili, che preludono alla passeggiata di Clarissa Dalloway. Sintesi mirabile di questa mappatura, che accompagna la vita, la crescita, gli incontri, la formazione, la sperimentazione e - naturalmente - l’affermazione di Virginia Woolf.

Scritti che oggi potrebbero accompagnare anche un turista attento alla scoperta dei luoghi ancora impregnati della sua presenza. A Londra poi via, verso le altre mete: Richmond, il Sussex, la Cornovaglia. Ma questa sarebbe un’altra mappa!

- questo articolo è stato pubblicato sul n.94 della rivista culturale online www.govvedautore.it diretta da Eva Bonitatibus

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