La casa in Cornovaglia
di Grazia Napoli
Era in Cornovaglia, a St. Ives – oggi pittoresco borgo marino rifugio di artisti – la casa in cui Virginia Woolf trascorreva le vacanze con la famiglia. Era qui il faro che ispirò il romanzo della maturità, pubblicato nel 1927 – Gita al faro.
Virginia's Lighthouse
E’ la storia di una attesa, di un progetto, di una speranza che non saranno mai realizzati. Il romanzo si compone di tre parti. “La finestra”, “il tempo passa” e “Il faro”. Un prima e un dopo, intervallato da un periodo di abbandono della casa al mare, in cui i protagonisti non la vivranno. Tutto rimane sospeso, si immobilizza, si sgretola, si intristisce. La casa rimane silenziosa, buia, attraversata solo dal vento che entra nelle fessure, dalla polvere filtrata dalla luce, dal movimento di tende e tappezzerie strappate e dondolanti. Quando lessi per la prima volta questo difficile scritto, che segnava la svolta moderna del genere romanzo, ne apprezzai e assaporai ogni parte, anche perché sapientemente guidata dai miei docenti universitari. Un romanzo psicologico, delle sensazioni e delle pulsioni, incentrato sugli attimi, sui pensieri, sui particolari. Ma quello che sempre è rimasto nella mia mente è stata la seconda parte, la descrizione-animata di questa casa abbandonata. Ho sentito la poesia nelle cose, negli oggetti che avevano avuto contatto con la vita di una famiglia e che sembravano non demordere nell’attesa tenace del loro ritorno. E’ – secondo me – una delle pagine più alte di Virginia Woolf. E’ una pagina potente che impressiona gli occhi, il cuore la mente. Ho pensato che si possa capire solo leggendola. Ecco perché ho deciso di riportarne uno stralcio, quello centrale, che descrive il momento di passaggio tra il silenzio di anni e il primo irrompere di un essere umano tra le cose polverose e da rimettere a posto, perché il progetto della gita al faro non è accantonato e attende il ritorno dei Ramseys per essere realizzato.
To the Lighthouse - il romanzo
To the Lighthouse Part II Chapter 4 – Time Passes
So with the house empty and the doors locked and the mattresses rolled round, those stray airs, advance guards of great armies, blustered in, brushed bare boards, nibbeld and fanned, met nothing in bedroom or drawing-room that resisted them but only hangings that flapped, wood that creaked the bare legs of tablets, saucepans and china already furred, tarnished, cracked. What people had shed and left – a pairs of shoes, a shooting cap, some faded shirts and coats in wardrobes – those alone kept the human shape and in the emptiness indicated how once they were filled and animated; how once hands were busy with hooks and buttons; how once the looking-glass had held a face; had held a world hollowed out in which a figure turned, a hand flashed, the door openede, in came children rushing and tumbling; and went out again. Now, day after day, light turned, like a flower reflected in water, its clear image on the wall opposite. Only the shadows of the trees, flourishing in the wind, made obeisance on the wall, and for a moment darkened the pool in which light reflected itself; or birds flying, made a soft flutter slowly across the bedroom floor. So loveliness reigned and stillness, and togheter made the shape of loveliness itself, a form fron which life had parted; solitary like a poolat evening, far distant, seen from a train window, vanishing so quickly that the pool, pale in the evening, is scarcely robbed of its solitude, though once seen. Loveliness and stillness clasped hands in the bedroom, and among the shrouded jugs and sheeted chairs even the prying of the wind, and the soft nose of the clammy sea airs, rubbung, snuffling, iterating, and reiterating their questions – “Will you fade? Will you perish?” – scarcely disturbed the peace, the indifference, the air of pure integrity, as if the question they asked scarcely needed that they should answer: we remain. Nothing it seemed could break that image, corrupt that innocence, or didturb the swaying mantle of silence which, week after week, in the empty room, wove into itself the falling cries of birds, ships hooting, the drone and hum of the fields, a dog’s bark, a man’s shout, and folded them round the house in silence. Once only a board sprang on the landing; once in the middle of the night with a roar, with a rupture, as after centuries of quiescence, a rock rends itself from the mpuntain and hurtles crashing into the valley, one fold of the shawl loosened and swung to and fro. Then again peace descended; and the shadow wavered; light bent to its own imagein adoration on the bedroom wall; when Mrs McNab, tearing the veil of silence wint hands that had stood in the wash-tub, grinding it with boots that had crunched the shingle, came as directed to open all windows, and dust the bedrooms.
Io sulla spiaggia di Virginia - agosto 2010
Gita al Faro - Parte Seconda Cap. 4 – Passa il tempo
Nella casa vuota, con gli usci chiusi a chiave e i materassi arrotolati, irruppero quegli aliti dispersi, avanguardia di grandi eserciti. Entrarono con furia, spazzando le assi spoglie; rosicchiavano e soffiavano, senza incontrare nelle camere o nei salotti nessuna resistenza se non quella delle tappezzerie lacere e penzolanti, della carta da parati scollata, del legno che scricchiolava, delle gambe nude dei tavoli le pentole e le porcellane ormai incrostate di calcio, annerite, incrinate. Cio' che s'erano tolti e avevano lasciato lì: un paio di scarpe, un berretto da cacciatore, delle gonne sbiadite e delle giacche negli armadi serbava ancora l'impronta umana e nel vuoto indicava che una volta quelle forme erano state piene, animate; una volta le mani s'erano date da fare con ganci e bottoni, una volta lo specchio aveva contenuto una faccia, anzi un mondo cavo in cui una figura s'era girata, una mano era apparsa, la porta s'era aperta, e i ragazzi erano entrati di corsa, ruzzolando, e poi se n'erano riandati. Ora, giorno dopo giorno, la luce proiettava sulla parete la sua immagine chiara, come un fiore riflesso nell'acqua.
Solo gli alberi, volteggiando nel vento, disegnavano ombre che s'inchinavano sul muro, e offuscavano per un attimo lo stagno, in cui la pace si specchiava; oppure gli uccelli in volo disegnavano sull'impiantito della camera da letto un mobile, soffice macchia. La grazia e la quiete regnavano, insieme modellando il profilo di una forma da cui la vita s'era staccata; una forma solitaria, come uno stagno di sera-remoto, visto dal finestrino di un treno così veloce, che lo stagno a mala pena e derubato della sua solitudine, anche se visto. La grazia e la quiete si davano la mano nella camera da letto; tra le brocche velate e sedie avvolte in lenzuola, l'intrusione del vento e del soffice muso delle vischiose brezze marine-che sfregavano, sfiatavano, e ripetevano ancora e ancora le loro domande "vi toccherà scomparire? perire? - non disturbava la pace, l'indifferenza, l'aria di assoluta integrità, come se alla domanda che facevano fosse a mala pena necessario rispondere: noi resteremo. Nulla sembrava potesse rompere quell'immagine, corrompere quell'innocenza, disturbare il manto solenne del silenzio che, settimana dopo settimana, nel vuoto delle stanze, cuciva nella sua trama le grida roche degli uccelli, le sirene delle navi, il ronzio monotono dei campi, il latrato di un cane, l'urlo di un uomo, con cui avvolgeva il silenzio della casa.
Ma una volta un'asse si ruppe di scatto; una volta nel bel mezzo della notte, una piega dello scialle si allentò e lo scialle cominciò a dondolare avanti e indietro, con un rimbombo, un frastuono, al modo in cui, dopo secoli di quiete, una roccia si stacca dalla montagna e precipita di schianto a valle. Poi di nuovo scese la pace; l'ombra tremò; la luce si piegò' in adorazione della propria immagine sulla parete della camera da letto.
Quand'ecco che la signora McNab strappando il velo del silenzio con le mani appena sollevate dalla conca del bucato, calpestandolo con i piedi che avevano fatto scrocchiare la ghiaia della spiaggia, entrò per aprire le finestre e spolverare le stanze.
Talland House a St. Ive casa di vacanze
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