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La Dc a Corleto Perticara. Storia di una stagione di impegno e realizzazioni
di Peppino Molinari
Oggi il nome di Corleto Perticara si associa subito alle estrazioni petrolifere, alla presenza del Centro Olio di Tempa Rossa, all’Innovazione. Nonostante un costante spopolamento, che ha ridotto – negli anni – presenze, energie, professionalità.
Manifestazione Dc
Una lunga tradizione agricola e imprenditoriale ha da sempre contraddistinto questo centro dell’Alto Sauro, attraversato dall’unica arteria Nazionale della Regione, la Statale 92 che, proprio al centro del paese, si incontra e interseca con la Provinciale che porta in Val d’Agri. Una posizione strategica e centrale, lungo le principali vie di comunicazione – oggi completamente persa - che, alla fine del Secondo conflitto mondiale, è stata la probabile causa dei bombardamenti anglo-americani sui tedeschi in fuga. Una posizione di centralità nei commerci e nei trasporti vanificata dalla costruzione delle direttrici di fondovalle lungo i fiumi, che hanno escluso Corleto, e dalla scommessa persa – anche da tanti sindaci democristiani - di ottenere il completamento della Strada Saurina, che avrebbe accorciato le distanze con il capoluogo di regione ed evitato l’attuale isolamento.
Un forte senso civico e l’impegno politico ad alti livelli di alcuni suoi figli, sono derivati sicuramente dalla storia post Risorgimentale di Corleto. La ribellione al Regime Borbonico si concretizzò, in Basilicata, partendo proprio da Corleto, dove, il 16 agosto 1860, il Comitato dei nuclei insurrezionali di diversi paesi dell’area, che facevano capo a Giacinto Albini, proclamarono l’Unità d’Italia nel “Fosso”, che da allora si chiamò “Piazza Plebiscito”. Garibaldi non fu mai a Corleto, ma fu candidato in quel Collegio Senatoriale e una targa sulla facciata del Comune ancora lo ricorda. In seguito, diedero il loro contributo allo Stato Liberale alcuni artefici di quella ribellione: Carmine Senise, che fu Senatore e Prefetto; Pietro Lacava, Ministro con Giolitti e il fratello Michele, uomo di cultura e “cronista” di quei giorni. La bandiera tricolore, che la tradizione vuole cucita dalle donne degli insorti, ritrovata molti anni dopo in una intercapedine di Palazzo Senise, è ora esposta – per volere del Sindaco Prospero De Franchi – in una bacheca in Comune.
Nel secondo dopoguerra, forte fu la passione civile dei corletani, pur mantenendo legami con la Destra e rimanendo a maggioranza fedeli alla monarchica, come dimostra il risultato del referendum istituzionale del 1946: la monarchia ebbe l’85% dei consensi.
La Democrazia Cristiana era stata fondata nel 1946 da Nicola Lapenta, Nicola D’Amato, Carmelo Donnoli, Luciano Perretta, Domenico (detto Mimì) Abate. Un ruolo importante e fondamentale, con l’Azione Cattolica, ebbe l’Arciprete don Francesco Lapenta. Rilevante anche la compattezza del mondo agricolo. Grazie a Giambattista Montano, Pasquale D’amato e Carmelo Donnoli fu istituita la “Coltivatori Diretti”.
Dopo le elezioni del 1948, con la vittoria della Dc, vi fu una forte competizione alle elezioni del 1952. I monarchici elessero ben 10 consiglieri comunali su 20, mentre la Dc ne elesse 9. Dopo l’elezione del sindaco Leonardo Pinto la compagine monarchica elesse sindaco Rocco De Franchi, vice Giovanni Maglietta che nel 1954, con ila gran parte del gruppo monarchico, tra cui Carmelo Donnoli, passò in blocco alla Dc che alle elezioni del 1956 elesse 16 consiglieri su 20, confermando alla guida del comune Rocco De Franchi.
Dopo le elezioni del 1960 ,quando la Dc ottenne 13 consiglieri, fu eletto sindaco il dott Alfredo Schiavoni, mentre alle provinciali si era pienamente affermato l’avv. Nicola Lapenta. De Franchi tornò sindaco nel 1964 sempre in una compagine democristiana e rimase in carica fino al 1970, quando la Dc -per 10 anni - dovette cedere l’amministrazione comunale prima al socialdemocratico Antonio Lombardi e poi al socialista Antonio Demma.
Nel 1980 vi fu la riscossa della Dc tornando ad eleggere 16 consiglieri su 20. Primo eletto fu il giovane Sergio De Franchi. Sindaco Domenico Abate.
Successo confermato alle elezioni del 1985 quando fu eletto sindaco Prospero De Franchi. Furono però le elezioni della primavera 1990 a dare un singolare risultato, poiché entrambe le liste, quella della Dc e quella di area socialista, elessero 10 consiglieri. Ci furono nuove elezioni che videro la vittoria dei Socialisti con l’elezione a sindaco di Rocco Gerardi. Nel 1995 con lo scioglimento della Dc gran parte del gruppo dirigente democristiano aderì al Partito Popolare che con la elezione diretta elesse l’ultima segreteria sezionale Dc Rosaria Vicino, molto tenace che in audizione alla commissione attività produttive di cui facevo parte nel 1998 sostenne con determinazione che il comune doveva ottenere vantaggi concreti soprattutto in termini occupazionali con l’estrazione del petrolio.
Nicola Lapenta
Tra le figure rappresentative della classe politica va citato Nicola Lapenta, avvocato, fondatore del Partito e Consigliere e Assessore della Provincia di Potenza dal 1956 al 1970; Presidente dal 1970 al 1972. Poi candidato al Parlamento, fu Deputato della Repubblica dal 1972 al 1976. Senatore dal 1976 al 1987. Presidente della Commissione Antimafia, fu eletto dal Parlamento nel Consiglio Superiore della Magistratura. Una volta chiusa la carriera di politico e avvocato, rimase al servizio del suo paese natale, adoperandosi – ad esempio - per fondare un’Associazione Culturale, che riunisse le migliori energie. A lui si deve l’istituzione della Sezione staccata dell’ “Itis” di Potenza, che ha permesso a molti ragazzi corletani di poter frequentare le Scuole Superiori nel proprio paese, acquisendo competenze in campo tecnico e chimico, rivelatesi utili con l’arrivo delle Società Petrolifere.
Uomini con alle spalle un Partito forte di ideali e competenze. Una vera rete che teneva insieme professionisti, imprenditori, contadini, commercianti.
Primo Segretario della Dc di Corleto fu Lucio Perretta. Ricordiamo poi: Giambattista Montano, Mario Croce, Antonio Ambrosio, Vittorio Montano, Mario Donnoli, Giovanni Sagaria, Donato Ladik, Giuseppe Caporaso, Vito Brindisi e Rosaria Vicino Sergio De Franchi, Paolo Maglietta e Donato Ladik ebbero ruoli negli enti intermedi della Comunità Montana della Camastra e dell’Asl di Villa D’Agri. Rocco D’amato fu dirigente provinciale del Movimento Giovanile Dc prima e poi del Partito.
Una storia da recuperare e tutta ancora da scrivere. Rimangono infatti irrisolti non pochi problemi posti in quegli anni di dirigenza democristiana. Innanzitutto la costruzione della “Saurina” tra Corleto e Laurenzana - più volte avviata e interrotta per motivi economici e progettuali - ma anche i problemi del lavoro, dello spopolamento, dell’emigrazione giovanile, ora diventata “emigrazione intellettuale”. La Total e il Centro Olio oggi catalizzano attenzioni e risorse. Gli amministratori si sono battuti per dare una chance ai laureati locali e ci sono riusciti. Ma è una fase dello sviluppo del Paese e della Comunità. Quanto durerà?
La Dc di Corleto Perticara ha rappresentato con tutta la sua classe dirigente gli interessi di natura popolare. La sua azione politica si è sempre sintonizzata con i valori di ispirazione Cristiana e del bene comune a favore delle aree interne, come quella del Camastra.
Per la ricostruzione di questa storia un ringraziamento a Michele Lavella, Grazia Napoli, Rocco D’amato e Prospero De Franchi, corletani veri, studiosi di qualità. Voglio dedicarla al caro amico Prospero De Franchi scomparso un mese fa, che pur nella sofferenza fisica mi ha aiutato con passione ed amore verso la sua Corleto.
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