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Pignola - Il rito della 'Uglia
di Giovanni Rivelli


Maria Santissima degli Angeli che trionfa sulle fiamme degli inferi.


I portatori della 'Uglia tentano di superare il fuoco



E' fortemente simbolica la tradizione di quello che è - forse - uno dei più suggestivi riti popolar-religiosi della Basilicata, noto come la "Uglia", ossia la Guglia di Pignola.

Il nome viene da quel "trono di stoffa", proprio a forma di guglia con su l'immagine della Madonna, che alcune squadre di portatori si alternano a condurre per le più centrali e antiche vie del paese.

E sin qui poco di particolare.

Ma, in una sorta di competizione, i residenti delle zone attraversate devono ammassare lungo il cammino saggine da dare alle fiamme, per accendere falò, che interrompano il procedere della "Uglia" e i Portatori devono superare questi ostacoli, saltando nel fuoco, approfittando di momenti in cui le fiamme si abbassano, per il girare del vento o la distrazione (in tempi recenti spesso complice) dei fuochisti.

Una manifestazione che parte in Chiesa, con il disvelamento della "Uglia" e che ha pochi riti simili - tutti compresi tra quest'area del Potentino e il vallo di Diano - dando vita a un fenomeno collettivo fatto di balli, vino e preghiere, un tempo riservato solo agli uomini, anche come dimostrazione di ardimento e che - ora - vede nelle strade un intero paese festante e tante persone che arrivano da fuori.


  
  
  

 
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