Afghanistan: appello delle giornaliste italiane per la libera informazione
di Giornaliste Italiane
Siamo molto preoccupate per la sorte delle colleghe afghane. Necessario riuscire a garantire il flusso di informazione. Ci rivolgiamo a tutti i colleghi in ruoli di governo perché seguano indicazioni IFJ .
Noi giornaliste italiane siamo molto preoccupate, per contatti diretti e indiretti, per la sorte delle colleghe afghane. La libera informazione messa oggi al bando dalla conquista talebana, le difficoltà e i pericoli per i giornalisti che hanno manifestato in questi anni il loro libero pensiero, le intimidazioni e le minacce, vedono le donne professioniste dell’informazione come prime vittime, costrette alla fuga, a rischio – come denuncia l’IFJ – della propria vita.
Come già chiesto alla comunità internazionale anche in un appello delle giornaliste spagnole, serve una speciale attenzione “alle donne in una situazione particolare di pericolo , sia per aver svolto mansioni professionali vietate dai talebani, sia per aver frequentato scuole e università, sia per aver condotto la propria vita al di fuori della moralità fanatica o per qualsiasi altro motivo”.
Servono nell’immediato corridoi umanitari, serve un’azione politica perché il potere talebano mantenga aperte le frontiere e i Paesi vicini siano pronti alla prima accoglienza, serve soprattutto che – passata l’emozione dei primi momenti – resti alta l’attenzione internazionale: e per questo è necessario riuscire a garantire il flusso di informazione dall’Afghanistan, tutelando le professioniste e i professionisti di questo Paese e garantendo l’accesso ai media internazionali.
Non ci illudiamo purtroppo di fronte alle prime mosse propagandistiche, che concedono a giornaliste la conduzione televisiva: è per questo che chiediamo a tutti i nostri organismi di aderire all’appello dell’IFJ per la solidarietà internazionale nei confronti della libera stampa afghana, e rivolgiamo la stessa richiesta a tutte le giornaliste e i giornalisti italiani che hanno incarichi e ruoli pubblici, in Parlamento e nel Governo italiano, così come al Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e al Commissario europeo Paolo Gentiloni.
Come giornaliste italiane ci sentiamo impegnate perché resti alta l’attenzione internazionale sui diritti delle donne afghane e sulla libera informazione.
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