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Impariamo a parlarci
di Grazia Napoli
Viviamo in un mondo invaso dai messaggi e dagli strumenti della comunicazione. Recepiamo, ogni minuto, notizie, nozioni, argomentazioni. Rispondiamo agli stimoli comunicativi in maniera quasi istintiva, a volte rituale, per forza o per necessità, più o meno consapevoli, a volte partecipi, a volte no. Eppure, alla fine, ci accorgiamo di non aver memorizzato, di non aver ponderato la risposta, di non aver capito una domanda. E' la negazione della Comunicazione, quella elementare, quella che i sociologi individuano nella semplice trasmissione di un messaggio da un emissario ad un ricevente. Non si ascolta, si sente; non si risponde, si pone un'altra domanda; si recepisce tutto in fretta, già protesi al prossimo messaggio. E così, nell'era della Comunicazione, non si comunica, nemmeno nel mondo sanitario, mentre intere casistiche dimostrano che è essenziale attivare processi di comunicazione interna ed esterna, verticale e orizzontale, verso l'alto e verso il basso, tra i soggetti che operano in un'azienda, in un'impresa, in un ambito più vasto che, nel nostro caso, va dall'ospedale (al suo interno e verso l'esterno) al territorio, alle istituzioni, al mondo sanitario, universitario, scientifico, nel suo complesso. In gergo, gli esperti di comunicazione parlano della cosiddetta "front line", la prima linea della comunicazione, che costruisce, agli occhi del pubblico, l'immagine dell'azienda. E' la comunicazione di chi ha un impatto diretto con l'utenza, la cui efficacia e motivazione dipende anche da un flusso di comunicazione più ampio, che investe tutti i componenti di quell'azienda. Comunicare in sanità vuol dire coinvolgere nell'attuazione dei progetti tutti i soggetti necessari, facendo circolare le idee, ascoltando le proposte, aprendosi alle novità, recependo le esperienze di chi è un po' più avanti. E' una mentalità nuova, che va creata, che va insegnata, che va inserita in un processo formativo, da attivare anche in questo senso, a tutti i livelli. L'Azienda Ospedaliera "San Carlo" sta ponendosi questo problema e sta avviando iniziative nuove, anche formative, in questo senso. Un progetto ambizioso e necessario, per migliorare la qualità dei Servizi. Perché, sembrerà pretestuoso, ma anche "comunicare bene", nel modo giusto, con competenza e volontà, può servire a superare ostacoli, incomprensioni, disattenzioni. Comunicare può aiutare la Sanità, gli Operatori Sanitari, i fruitori delle strutture sanitarie. Soprattutto loro.
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