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In cammino tra ruderi e note - Claudio Baglioni a Caracalla
di Grazia Napoli

Resistere al tempo. Camminare verso il futuro. Tutto in un luogo. Con l’eco della Storia e le parole o le note più moderne.

Succede quando menti illuminate, che sanno valorizzare il nostro immenso patrimonio monumentale, ammettono in questi luoghi le perfomances di artisti in grado di mobilitare migliaia di persone, in un’operazione culturale, turistica, di marketing, veicolata dall’emozione, dal coinvolgimento, dall’amore per la musica e il teatro.


Caludio Baglioni - Terme di Caracalla - Concerto "Tutti su" - Giugno 2022


Itinerari che convogliano verso un luogo antico energie, creatività, voglia di conoscenza. Itinerari che incrociano la Storia con le storie. Itinerari apparentemente inconciliabili, uniti dalla magia di ridare vita a quei luoghi.

Tanti gli esperimenti negli ultimi anni, dai Siti più famosi e antichi, come l’Arena di Verona, i Teatri Greci in Sicilia, il Colosseo, a quelli più piccoli e meno conosciuti in tutte le regioni italiane, soprattutto nei luoghi della Magna Grecia, nei Castelli Federiciani, in Parchi Archeologici grandi e piccoli.

Un itinerario che, per questo numero della rivista, ci porta a Roma, alle Terme di Caracalla, uno dei monumenti più estesi e meno conosciuti della città eterna, che racconta la vita quotidiana dei romani e che - con la Direzione del Teatro dell’Opera della Capitale – è diventato set di concerti, ora anche di musica pop.


L'attesa....


Il primo cantante non lirico a cui è stato concesso il palco di Caracalla, incorniciato dalle antiche rovine dei Bagni Imperiali, è Claudio Baglioni. 12 sere in questo luogo magico. 12 concerti-spettacolo, accompagnato dall’ “Orchestra del Cinema”, dal Coro lirico “Giuseppe Verdi”, da danzatori, performer, attori, dalla sua Band, dal figlio Giovanni alla chitarra acustica, anche se per una sola canzone. Uno spettacolo sottolineato dalle proiezioni – una per ciascun brano, in tre ore piene e ininterrotte - sulle Antiche Mura. Sullo sfondo: i pini secolari, la luna e, a cadenze regolari, le luci di un aereo in decollo da Fiumicino. Protagonisti: la musica, il sogno, il pubblico, diventati un tutt’uno con il luogo, la Storia, il repertorio, l’incanto.

Un uomo in frak – come si conviene alla tradizione italiana – che canta, balla e suona attorniato da 120 tra musicisti, ballerini, coristi. Un itinerario lungo oltre 50 anni di canzoni, che hanno segnato la storia della musica leggera italiana, ma anche della ricerca sonora e poetica. Le parole di Trilussa nella “Ninna nanna” contro la guerra sono state monito e preghiera, in quel luogo antico; il Cantico di San Francesco ha “inneggiato” alla Pace; Il baglioniano “Noi No”, scandito a ritmo e con rabbia sul palco e sugli spalti, ha segnato la ribellione alla minaccia della violenza, della guerra, del terrorismo. Un itinerario canoro fatto di canzoni d’amore, ma anche del racconto di una società ostaggio di media e pubblicità, popolata da solitudini estreme, speranze e delusioni, fino alla consapevolezza che

“la vita è adesso, il sogno è sempre”.

Sono una fan, lo ammetto. Di concerti di Baglioni ne ho visti tanti: negli stadi, nei palazzetti, nei teatri. Ma quelli nei luoghi della cultura e della Storia hanno un altro sapore. È successo anche nella mia Basilicata: al Parco della “Grancia”, al Castello “Tramontano” e alla Cava del Sole di Matera. Luoghi scelti per un’“opera popolare”, che racconti una storia e intrecci itinerari di vita e di arte.

Dall’ingresso delle Terme di Caracalla, per raggiungere l’area concerti si fa parecchia strada lungo le mura di quelle che furono le palestre, le piscine, le saune dei Bagni in cui i romani si lavavano, giocavano, si intrattenevano, curavano anima e corpo. Ruderi di costruzioni una volta coperte di marmi e statue, colonne e capitelli. Luoghi di vita e cultura dell’Età Imperiale, quando - lo testimoniano gli affreschi della Domus Vigna Guidi da poco restaurata – più culture convivevano, tanto da ritrarre insieme divinità pagane e divinità egizie.

Attraversando i viali alberati, che costeggiano ciò che resta delle Terme, è facile immaginare la grande animazione di quei luoghi. La frequentavano uomini e donne e vi lavoravano tanti schiavi, perché il calore dei vari ambienti rimanesse costante e alla giusta temperatura.

Il verde dei pini e dei prati, in più punti costellati di pezzi di colonne o pietre, fanno il resto. Dal 206 a.C. questo luogo è qui, occupa un’area molto estesa del centro di Roma, proprio accanto al Circo Massimo, dove quasi in contemporanea ha portato il suo concerto-Rock Vasco Rossi. Luoghi di socializzazione, svago e divertimento di ieri, che tornano a vivere grazie anche alla musica.

Dall’itinerario della Storia, segnato dalla concretezza delle pietre, a quello immateriale e immaginario dei suoni, delle luci, dei colori, delle voci, degli applausi, sotto il cielo dell’estate romana, il passo diventa davvero molto breve!

- Questo articolo è stato pubblicato sul n. 105 della rivista culturale online goccedatutore.it diretta da Eva Bonitatibus

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