Il sito di Grazia Napoli
Home
Biografia
Articoli
Un po' di me
Il mio libro
Le mie foto
I miei video
I miei ospiti scrivono
Contatti
Email Facebook X.com
Notizie
vedi tutte >>
Mario e Saleh di Scena Verticale
di Grazia Napoli



Una storia di integrazione difficile, nata dalla diffidenza, dal contrasto, dalla mancata conoscenza tra due uomini ma soprattutto tra due culture.
E' lo spettacolo che ha concluso l'edizione 2019 del Città delle 100 Scale Festival. Al Teatro "Stabile" di Potenza, l'ultima produzione di "Scena Verticale", compagnia calabrese candidata al Premio Ubu, "Mario e Saleh", scritto diretto e interpretato da Saverio La Ruina.




Il set: una tenda allestita dopo il terremoto dell'Aquila, ma, in fondo, simbolo di tutti i terremoti. Nella tenda vengono sistemati un italiano cristiano - Mario, interpretato da Saverio La Ruina e un arabo musulmano - Saleh - il giovane Chadli Aloui.

Ancora una volta La Ruina torna ad indagare la diversità, il contrasto, la differenza nel rapporto ravvicinato tra due esistenze esteriormente tanto diverse. Ne nasce un rapporto contrastato, ma costretto dalle necessità del momento. Un contrasto che non nasce su grandi dispute filosofiche o religiose, ma sulle abitudini quotidiane, sul modo di vestirsi, sul cibo, sulle necessità delle diverse culture.

Mario assimila ad uno scendiletto il tappeto per la preghiera a Maometto, non capisce perché tutti debbano portare la barba tagliata allo stesso modo o perché Saleh non gli faccia toccare il Corano senza la detersione delle mani e del corpo.
Saleh non capisce perché Mario consideri casa sua la tenda post terremoto, perché tutti lo confondano con un terrorista, perché la diffidenza imperi nella tenda e fuori la tenda.

Man mano, proprio le abitudini quotidiane, gesti e azioni vissuti da vicino ribaltano le percezioni - spesso i preconcetti - che hanno l'uno dell'altro. Le certezze si ridefiniscono continuamente, sorprendendo loro per primi. Fatti esterni ne cementano, il rapporto ed evidenziano valori e abitudini in fondo solo umani. Alla fine, il loro dialogo sarà spirituale e anche poetico.

Saverio La Ruina - che ha origini lucane da parte materna e che ha iniziato la sua carriera proprio al Piccolo Teatro di Potenza - è sempre un gradito ritorno in Basilicata e - ancora una volta - ha emozionato e fatto riflettere il pubblico delle sue origini, trattando con delicatezza e profondità un tema difficile, spinoso, ancora tutto da assimilare


   città 100 scale festival
  
  

 
© 2010 All rights reserved - Web Master