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Qualcuno volo' sul nido del cuculo - la versione italiana
di Grazia Napoli


Indaga la follia, ma anche le leggi, gli ambiti sociali, la storia della sanità e di quello che furono i manicomi.




E' "qualcuno volo' sul nido del cuculo", nella messa in scena elegante e delicata della compagnia della Fondazione Teatro di Napoli Teatro Bellini.
La versione italiana e riscritta del capolavoro di Dale Wasserman, nato per il teatro e trasposto al cinema negli anni '70 nell'interpretazione di Jack Nicholson.
Questa versione si avvale del testo dello scrittore napoletano Maurizio di Giovanni, della regia di Alessandro Gassman, della recitazione di bravissimi attori. Protagonista è Daniele Russo, figlio di Tato Russo. Si chiama Dario Danise e l'azione si svolge nell' Ospedale Psichiatrico di
Aversa nel 1982,  l'anno dei mondiali.

La storia è nota ed è rimasta quasi integrale.
Dario - una vita ai margini, fatta di orfanatrofio e riformatorio, dopo furti, rapine e vari reati, per non finire di nuovo in carcere si finge pazzo e viene assegnato all' ospedale psichiatrico, per scontare una pena di sei mesi. Nel reparto incontra persone di varia umanità, ma incontra soprattutto la diversità, quella che il mondo non accetta e classifica come malattia. Persone rifiutate dalla società per i più svariati motivi, che si rintanano anche per scelta nell'ambiente ovattato, ma terribile, dell'ospedale, dove ancora si pratica l'elettroshock e la lobotomia.
Dirige il reparto una suora laica, Suor Lucia - l'attrice Elisabetta Valgoi - che, anche a dispetto del parere dei medici, impone regole e terapie senza alcuna consideraione di desideri e umanità.




Dario - uomo furbo, abituato alla strada - porta tra loro una ventata di verità, di ottimismo, di discernimento, di umanità e comprensione. Le aiuta, le copre di affetto, le sprona all'otimismo e ad amare la vita. Fino all' epilogo: tragico per alcuni, liberatorio per altri. Ma non per lui.

Uno spettacolo che tratta temi drammatici e scottanti, con ironia e realismo al tempo stesso. E la lingua napoletana aiuta a rendere lo spettacolo anche
comico, vivace, dal ritmo incalzante.





Tre ore di buon teatro da cui emerge l'autentica stoffa degli attori, della direzione, della scrittura, della messa in scena, a tratti cinematografica. Un allestimento contemporaneo, dall' estetica dirompente e dalla forte carica emotiva e sociale.


  
  
  

 
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