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Fa' afafine - la favola contestata
di Grazia Napoli



Uno spettacolo di teatro ragazzi, che già  prima del suo arrivo sulle scene ha suscitato polemiche e dibattiti.




E’ "Fa afafine, mi chiamo Alex e sono un dinosauro", prodotto dal Teatro Stabile d' Innovazione del Friuli Venezia Giulia e dal Teatro Biondo di Palermo. Un testo di Giuliano Scarpinato, che racconta la crisi di crescita e di indentità di un bambino, che un giorno si sente maschio, l'altro femmina.

Un lavoro delicato che autore regista e interprete - un bravissimo Michele Degirolamo – hanno saputo trattare con leggerezza, come una favola.Uuna macchina teatrale ben congegnata, in cui il sogno si esplica nei suoni, nei colori, nelle forme delle fantasie di una ragazzino.

Il protagonista è Alex. Sta nella sua stanza con i suoi giocattoli - bambole,  peluches, palloni, maschere  - e fantastica di incontrare Elliot, il suo amico che torna dall' Irlanda e che lui ama di un amore speciale. Tanto da aver ritagliato per lui tanti cuori. Vuole accoglierlo, al suo ritorno, con un abito speciale e sogna di andare a vivere con lui a Samoa. In quest' isola lontana, infatti, ci sono i fa’afafine, ragazzi che non si classificano nel genere femminile o maschile, ma in un genere fluido e vengono comunque inclusi nella società . Alex vuole essere un fa’ afafine, per sentirsi accettato dalla Scuola, dagli amici, dalla famiglia. Alex e Elliot - si intuisce - sono vittime di bullismo e non vogliono più andare a scuola.




In primo piano sulla scena c'è solo il protagonista. Elliot è solo nominato. I genitori di Alex gli parlano dal buco della serratura della porta chiusa a chiave. Passano dai rimproveri, alla preghiera, al dialogo. Si pongono sul suo stesso piano e - alla fine - Alex si sente accettato, si veste per andare a scuola sovrapponendo vestiti maschili e femminili e con nello zaino bambole e peluches apre la porta. Esce, si sente di nuovo parte di famiglia e Scuola.

Una favola moderna per parlare di diversità e specificità della persona. Un teatro nato per l'infanzia, pluripremiato, in giro per l’Italia da due anni, che ha creato qualche polemica su un tema comunque attuale, a cui i ragazzi rispondono incantati dalla macchina teatrale e dal racconto di una storia che scandalizza senz'altro più gli adulti - con le loro sovrastrutture - che i bambini che in Alex vedono solo un loro simile. Un bambino e basta.
Uno spettacolo interessante, delicato, con questo giovane attore davvero straordinario


  
  
  

 
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