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Il Vangelo secondo Antonio - un lavoro di Dario De Luca
di Grazia Napoli
Allo “Stabile” di Potenza, il ritorno di Dario de Luca della compagnia calabrese “Scena verticale”, con un toccante spettacolo sull' alzheimer. Protagonista: un sacerdote che man mano perde memoria e facoltà cognitive. una messa in scena intimista e coinvolgente, che affronta un tema spinoso, ma attualissimo, quello della convivenza con una persona malata e della gestione di una malattia cosi grave.
"Il Vangelo secondo Antonio" è interpretato da Dario De Luca, attore calabrese, autore del testo e regista dello spettacolo. Don Antonio è un sacerdote attivissimo, in parrocchia, nel sociale, nell' accoglienza, nel rapporto con la curia. Un prete in prima linea che - d' improvviso - deve fare i conti con la malattia, una delle più terribili, che colpisce non solo in età avanzata.
Dario De Luca ha incontrato l'alzheimer nella sua esperienza di vita, tra le sue conoscenze, e ha pensato di raccontarlo. Nel documentarsi, un medico gli ha parlato di un sacerdote che - perso ogni riferimento con la realtà, sull' altare, durante la messa, aveva mangiato tutte le ostie dell' Eucarestia, invece di distribuirle. Una scena plastica, inserita poi nello spettacolo.
Costruito molto sulla luce, a creare atmosfere caravaggesche e a riprendere quadri della tradizione artistica cristiana, il lavoro parla ai cuori, racconta una vicenda umana e religiosa, di dolore e introspezione. accanto al parroco: la sorella - perpetua, dal carattere rude, una bravissima Matilda Piana, e un giovane candido diacono - Davide Fasano - che tentano invano di comunicare con una persona troppo cambiata.
Anzianità, malattia, religiosità, sono gli ingredienti per narrare la storia con grande poesia. Uno spettacolo a tratti anche comico, che commuove profondamente, che fa riflettere, che fa temere il possibile incontro con la malattia. Quando l' alzheimer colpisce la mente brillante del sacerdote, i congiunti si muovono a tentoni, su un terreno per loro sconosciuto, con rabbia, insofferenza e shock.
Nella nebbia, don Antonio perde i riferimenti, ma trova la sua spiritualità, la radice della sua fede, il suo proprio vangelo. torna alle origini e trova cristo in un rapporto nuovo, filiale, di tenerezza di abbandono e di speciale comunicazione.
Uno spettacolo delicato, a tratti comico, che conferma la grande professionalità e sensibilità artistica dell'autore
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