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La "Tempesta" dei Motus
di Grazia Napoli
Uno spettacolo nell'ambito del filone di ricerca teatrale "animale politico project" della compagnia riminese, Motus, che intercetta slanci, inquietudini e immagini della vita moderna
E’ “Nella tempesta”, che riprende il grido di rabbia e dolore dei giovani, dei precari dei senza lavoro di oggi e lo esprime attraverso il teatro, quello di ispirazione shakespeariana, che - dalla potenza espressiva del Bardo - si sposta alla fantascienza di Orwell e Philip Dick, alla rilettura di Huxley che nel suo “Brave new world” racconta di come rischiamo di diventare complici della nostra stessa riduzione in schiavitù.
Un teatro di parola, ma anche di impatto fisico e visivo, tra danza e arti perfomative. Proprio come nelle riduzioni più avanguardiste del capolavoro di Shakespeare, a cui i riferimenti sono continui
In scena protagoniste sono le coperte. Per simulare la tempesta, per costruire un grattacielo, per farne un costume di scena, per simboleggiare il primo vero riparo dalla disperazione, il primo oggetto consegnato ai naufraghi a Lampedusa. Coperte che simulano l'accoglienza e la speranza. Il primo rifugio di chi vive nella tempesta, personale e sociale. A fine spettacolo i Motus ne raccolgono tante tra il pubblico, a cui è stato chiesto di portarne, per devolverle alle strutture bisognose.
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