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Monologhi
di Grazia Napoli




Enzo Moscato - "Compleanno"


“Compleanno" di Enzo Moscato, interprete di grandi invenzioni stilistiche, è un monologo struggente. Lirico. Emozionante. Divenuto, negli anni, un pezzo di culto del Teatro Contemporaneo.

“Compleanno” è un monologo che ha per protagonista una strana creatura, che si appresta a celebrare un bizzarro rituale. Un compleanno appunto, visto che c'è una torta con delle candeline, ma forse anche un funerale, o magari l' uno e l'altro assieme.

La recitazione, in un misto di italiano e napoletano, è affabulatoria e ruota intorno ad una sedia vuota. Ma, nell' immaginazione del protagonista quella sedia è occupata da Ines, un' invisibile compagna il cui nome può essere l' anagramma di “sine”, dal latino senza. Il monologo verte in gran parte sul tema dell' assenza. Accompagnato dalla chitarra di Salvio Moscato il protagonista a volte canta, ma soprattutto recita, sofisticato e, al tempo stesso, immediato.

E’ dedicato ad Annibale Ruccello, giovane drammaturgo napoletano tragicamente scomparso a soli 30 anni nel 1986.



Accademia degli Artefatti - "Fiordipisello"


Ha un solo protagonista anche se ne richiama tanti anche “Fiordipisello”, particolarissima versione de "Il Sogno di una notte di mezza Estate " di Shakespeare

Matteo Angius è Fiordipisello, il folletto del “Sogno”, che, nella commedia del drammaturgo inglese, è in scena solo due volte per dire una battuta: “sono pronto”. Nella messa in scena dell' Accademia delle Arti, Fiordipisello è, invece, il protagonista assoluto. Parla,  disquisisce, narra i sogni degli amanti nella foresta alle porte di Atene, abitata da fate e folletti, la sera prima del matrimonio di Tisbe e Piramo.
Con leggerezza ed allegria Fiordipisello dialoga con il capocomico dietro la scena, il regista Fabrizio Arcuri, ma, soprattutto, dialoga con il pubblico, lo coinvolge, lo rende protagonista della scena. Titania, Oberon, Puck, Tisbe, Piramo, sono gli spettatori-personaggi. Indossano tutti una mascherina. Alla regina delle fate Fiordipiseelo rivolge la propria attenzione, dichiara il suo amore, chiede di non innamorarsi dell' orribile Bottom, solo perché accecata da un succo di fiore che Puck - il folletto al servizio di Oberon - le ha spruzzato negli occhi.
Una rilettura fresca, efficace, giocosa del “Sogno” shakespeariano, che diventa il sogno dell'intera platea. Sogno che finisce all' alba, quando Matteo Angius ritira le mascherine, ristabilisce la realtà, torna folletto silenzioso e dimenticato nella foresta


Acquasanta


“Acquasanta” è il primo dei tre atti unici della trilogia degli occhiali di Emma Dante, storia di un uomo legato indissolubilmente al mare e alla sua barca
  
Si è ispirata al "Mare non bagna di Napoli" di Anna Maria Ortese l' attrice e regista palermitana, tra le firme più accreditate del teatro contemporaneo in Italia. Nella sua trilogia degli occhiali mostra come la percezione della realtà sia sempre relativa: si guarda attraverso delle lenti, un filtro, che aiuta a sopportarla, perché la trasfigura

“Acquasanta” è la storia di un uomo avvinghiato al suo destino di marinaio. Imbarcato a 15 anni, non è mai sceso a terra e su quella  immaginaria barca Carmine Maringola, “o' spicchiato” rievoca i suoi trascorsi di mezzo mozzo esperto di nodi e navigazioni. Ha visto - attraverso le lenti dei suoi occhiali, anch'essi immaginari: la barriera corallina, il Giappone e molto altro.

Una passione, quella per il mare, interrotta da un beffardo destino. Quando la nave salpa senza di lui, lasciandolo solo e povero sul molo, in un Paese straniero: la terra ferma.
'O Spicchiato rivive l'abbandono.
Un testo struggente, profondo, magistralmente interpretato



  
  
  

 
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