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Precarietà e incomunicabilità - la proposta delle nuove compagnie
di Grazia Napoli
Ricci e Forte - "Darling"
Stefano Ricci e Gianni Forte. I due autori-registi considerati il fenomeno teatrale di questi ultimi anni. Non lasciano certo la provocazione - che è sempre loro congeniale - ma mettono in scena uno spettacolo in cui tornano a cimentarsi con i classici. Si intitola "darling" e l' abbiamo visto allo “Stabile” di Potenza per il Festival Città delle cento scale. Dopo le scorribande nei testi di Christopher Marlowe, questa volta protagoniste sono le vicende degli atridi, punto di osservazione e trampolino di lancio per aggredire la realtà. Lo spunto è nell'"Orestea", trilogia tragica di Eschilo, riletta alla luce dei Led Zeppelin. È la storia del ritorno dalla guerra di Troia di Agamennone ad Argo, del suo omicidio da parte della moglie Clitennestra, della vendetta del figlio Oreste. Una messa in scena che mescola la violenza del teatro della crudeltà di Artaud, il ritmo del funky e dell' hard rock, la plastificazione delle foto di Crewdson. Tutto questo per parlare sempre del nostro tempo, della crisi di una generazione precaria, che si sente in bilico, rifiutata, inutile. Ricci e Forte lo fanno con un linguaggio che mescola i generi, si salta dal teatro al reality, dalla performance alla canzonetta.
Dario De Luca - Scena Verticale
Ed è ancora la precarietà dei nostri giorni protagonista di uno degli spettacoli di scena verticale eclettica compagnia cosentina, che si occupa di teatro per il sociale. Dario de Luca propone "Va' pensiero, che io ancora copro le spalle", storia di una generazione precaria, nel lavoro e nei rapporti interpersonali. Racconta di un "giovane" disoccupato tra i 40 e i 50 anni. Disoccupato perché i trentenni gli hanno fregato il posto. Una generazione saltata, la sua, in un' Italia dove le parole contano poco e il pensiero nulla. Parlando e cantando, con le sue cronache tragicamente comiche Dario de Luca narra i fallimenti del suo personaggio e inventa una morale, che evidenzia bisogni e desideri di una società senza più nulla, che si alimenta di reality show, rapporti virtuali, emozioni veicolati da sms e WhatsApp.
OAT - Tomagra
E parla di incomunicabilità e difficoltà di comunicare l’amore l' ultima produzione di Officina Accademia Teatro di Potenza. Dopo Dante, un nuovo studio si cimenta con Italia Calvino e con il teatro danza. E’ stato messo in scena in anteprima nello spazio dell' Officina, per la regia di Pino Quartana, “Tomagra”, dal nome di uno dei personaggi de “Gli amori difficili”. Un lavoro di teatro danza contemporanea e performance, che cerca di spiegare la difficile comunicazione nel nostro tempo, soprattutto in amore. Incontri, scontri, paure, rimorsi, "amori difficili". Un progetto multidisciplinare con una forte interazione fra teatro e danza. Con tanta corporeità. In scena: Fabio Caputo, Mariagrazia Nacci - unica artista lucana - e Giulia Nicoletti giovani attori – danzatori, che hanno studiato e approfondito le tecniche del teatro contemporaneo dopo aver frequentato l’Accademia di Danza a Roma. Presto, la tournee
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