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Mulino Cornaleto, una scoperta nel Bosco di Pignola (Pz)
di Grazia Napoli





Un mulino ad acqua. Rinato grazie alla passione e tenacia dei suoi proprietari. E’ il “Mulino Cornaleto”, che prende il nome proprio dalla ricchezza - nel bosco di Ponte Mallardo di Pignola (Pz) - di arbusti di corniolo, un albero dal legno molto resistente all' usura, con cui sono state costruite anche  alcune parti del mulino originario.
Lo fece realizzare, nel  1804, il strong>barone Lombardi. Sulle montagne lucane - all' epoca - c'erano almeno 800 mulini del genere. Questo di Cornaleto è uno dei meglio conservati. Ha un' alta torre - 9 metri circa - da cui si incanalava l'acqua del torrente Fiumicello, per precipitare nell' invaso sottostante, dove il meccanismo veniva azionato da ruote orizzontali. Le ruote orizzontali si utilizzano dove è possibile incanalare le acque in modo da creare un piccolo invaso; le ruote verticali si utilizzano in alta montagna, dove l’acqua è poca e va utilizzata a cascata.

Restaurato nel 2005, con grande accuratezza e nel rispetto delle tecnologie originali, su un progetto della soprintendenza dei beni ambientali, è uno degli ultimi scrigni scoperti dal FAI nel potentino ed è aperto alle scolaresche, ai turisti, agli appassionati di storia e natura.

Il mulino – passato nella proprietà dello Stato negli anni del fascismo – ha funzionato fino al 1962, quando Giuseppe Mancuso, l'ultimo mugnaio che abitava con 8 figli in 45 metri quadrati e in condizioni non proprio agevoli, lo abbandonò.
Lo ricorda ancora Pietro Cammarota, erede della famiglia che lo acquistò nel 1968 dopo qualche anno di fermo.




Il papà di Pietro era mugnaio, aveva lavorato in grandi mulini del Nord. Ecco perché i figli, oggi, hanno voluto recuperarlo in suo ricordo, ma anche per farne un bene aperto al pubblico e da destinare ad uso didattico.
Il mulino è strutturato su due livelli. Al piano superiore si trovano due coppie di macine in pietra, una usata per macinare il grano e l'altra per il mais. Nel piano inferiore, il meccanismo che muove tutto l'ingranaggio superiore.
Oggi alcuni lavori edilizi vicino al torrente impediscono all' acqua di raggiungere la torre, infiltrarsi e arrivare nel piccolo invaso sottostante, a livello delle ruote. Ma, anche se - per ora - l'acqua non si vede, il posto incuriosisce e incanta. Racconta una storia contadina fatta di sacrifici, lavoro e anche di ingegno, che ha attirato anche il fai e i suoi piccoli ciceroni



  
  
  

 
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